Tagliolini: «La Provincia non può più essere un bancomat per lo Stato e la Regione»

Le dichiarazioni in 6 punti del Presidente Daniele Tagliolini

LO STATO
In seguito alla legge di riforma delle Province, dal 2014 ad oggi lo Stato ha fatto PRELIEVI FORZOSI dalle casse della Provincia di Pesaro-Urbino per 50 MILIONI DI EURO (4,2 milioni nel 2014, 11,4 milioni nel 2015, 17,2 milioni nel 2016, 17 milioni nel 2017). Ha cioè prelevato alla fonte il 100% delle nostre entrate per RcAuto, intaccando anche parte dell’Ipt (Imposta provinciale di trascrizione), imposte pagate dai nostri cittadini e dovevano rimanere sul territorio per consentirci di fare interventi di manutenzione su strade (nel territorio ci sono 1.250 km di strade provinciali) e scuole (alla Provincia fanno capo 19 istituti superiori, dislocati su 34 plessi scolastici). Abbiamo calcolato che, solo nel 2016, con quei 17,2 milioni di euro che ci sono stati prelevati avremmo potuto realizzare 400 km di asfaltature oppure 4 scuole nuove, oppure 200 km di asfaltature e 2 scuole. Invece, con le poche risorse che ci restano dopo i prelievi, è impossibile fare gestione e manutenzione. E senza manutenzione è a rischio la sicurezza sulle strade e nelle scuole. Il nostro Consiglio provinciale è stato il primo in Italia, seguito da tante altre Province, a presentare un esposto cautelativo alla Procura della Repubblica, alla Prefettura e alla sezione regionale della Corte dei Conti, chiedendo “che vengano valutate eventuali condotte illecite omissive e/o commissive”. Non vogliamo essere corresponsabili di eventuali disgrazie che dovessero accadere per l’impossibilità di fare manutenzione. Tanto più che la Corte dei Conti, nel febbraio scorso, ha evidenziato che le Province “devono poter disporre delle risorse finanziarie per l’esercizio delle loro funzioni fondamentali”, presa di posizione in seguito alla quale il SOSE (Ministero Economia e Finanze) ha certificato che la cifra minima necessaria alle Province per garantire servizi è di 651 milioni di euro. Riguardo all’esposto cautelativo presentato dalla Provincia di Pesaro e Urbino, il prossimo 31 maggio avrò un’audizione alla Corte dei Conti regionale dove ribadirò la nostra posizione.

LA REGIONE MARCHE
La Regione Marche deve ancora restituirci, solo per le funzioni convenzionate (Mercato del Lavoro e vigilanza ittico venatoria) 13 milioni di euro che dal primo gennaio 2015 ad oggi abbiamo anticipato per suo conto per pagare gli stipendi ed i servizi collegati a quel personale che per legge non è più della Provincia ma è stato trasferito alla Regione stessa, vale a dire i 97 dipendenti del “Mercato del lavoro” ed i 14 agenti della polizia provinciale con funzioni di vigilanza su caccia e pesca. Ci sono poi altri 14 milioni di euro di pagamenti che abbiamo anticipato per conto della Regione per i corsi di formazione professionale Fse, le strade ex Anas e l’illuminazione della Galleria del Furlo ed altri investimenti. Per non parlare di altri 9 milioni di euro relativi alla  gestione da noi fatta nel periodo di transizione (dall’1 gennaio 2015 al 31 marzo 2016), per funzioni quali turismo, cultura, sociale, dissesto idrogeologico ecc.

Di fronte al totale di 36 milioni di euro che devono esserci restituiti, la Regione Marche richiede alla Provincia 6 milioni e 300mila euro legati a due interventi: la variante di San Lorenzo in Campo e le casse di laminazione del fiume Foglia. In due anni e mezzo non ci è stato rimborsato un euro dalla Regione. Abbiamo continuato ad anticipare cifre consistenti per senso di responsabilità, per non mettere a repentaglio le retribuzioni dei lavoratori e per garantire la continuità dei servizi ai cittadini. Ma dopo 800 giorni è diventato veramente impossibile sostenere una spesa non nostra ed è ora che la Regione Marche restituisca quanto da noi anticipato e provveda da sé al pagamento di quanto è di sua competenza. Va aggiunto che quasi tutte le Regioni, ad eccezione della Regione Marche e poche altre, hanno provveduto a versare alle Province quanto da loro anticipato per il personale trasferito.

Vorrei chiarire che questo non è uno scontro politico e che la mia posizione non è rivolta alla parte politica, che ha più volte dato indicazioni specifiche al riguardo, quanto piuttosto ai dirigenti regionali che devono dare attuazione alle disposizioni ricevute, facendo i decreti di impegno di spesa.

COME ABBIAMO FATTO AD ANDARE AVANTI?
Solo per i problemi causati dai prelievi dello Stato, molte Province hanno faticato a chiudere i bilanci, altre hanno dovuto dichiarare il dissesto o pre dissesto, risultando impossibile occuparsi di quelle funzioni lasciate dalla legge del Rio alle Province, in particolare gestione e manutenzione delle scuole superiori, delle strade provinciali e ambiente. SIAMO RIUSCITI A MANTENERE IL BILANCIO IN EQUILIBRIO innescando una serie di processi virtuosi che ci hanno consentito di salvaguardare gli stipendi per i dipendenti (molte Province sono in arretrato di vari mesi) e di portare avanti i servizi.

Parte dei prelievi dello Stato è stata compensata con i RISPARMI per 4,3 milioni di euro per PENSIONAMENTI, PREPENSIONAMENTI E MOBILITÀ di 89 dipendenti portati avanti in due anni (tra cui alcuni dirigenti, non sostituiti). Altri risparmi, per oltre 250mila euro, sono derivati dalla RIDUZIONE DI UTENZE E AFFITTI: abbiamo rinegoziato i contratti di luce, gas, acqua e telefono per gli edifici della Provincia, dei Centri per l’impiego (di cui stiamo continuando a pagare le utenze) e dei 34 plessi scolastici superiori, riducendo anche alcuni canoni di locazione e chiudendo la sede della Provincia ad Urbino.

Abbiamo poi risparmiato 270mila euro di interessi 2016 con la CHIUSURA ANTICIPATA DEL DEBITO che Valore Immobiliare aveva con Banca Intesa.

Un risparmio di 2 milioni di euro (800mila euro l’anno) è derivato dall’ELIMINAZIONE DEI COSTI DELLA POLITICA: la legge “Del Rio” ha tolto le figure degli assessori ed ha previsto che i 12 consiglieri provinciali ed il Presidente della Provincia svolgano la loro attività senza alcuna indennità. Incassi per circa 7 milioni di euro sono poi derivati da ALIENAZIONE DI IMMOBILI, MOBILI E PARTECIPAZIONI FINANZIARIE  (276mila euro nel 2014, 4,6 milioni di euro nel 2015 e 2,1 milioni di euro nel 2016).

GRAZIE A TUTTE QUESTE AZIONI abbiamo registrato degli AVANZI nei BILANCI CONSUNTIVI: 1,5 milioni di euro nel 2014; 500mila euro nel 2015 e 400mila euro nel 2016.  I documenti contabili parlano chiaro ed hanno ottenuto il parere favorevole dei revisori dei conti (figure non di nomina politica ma di nomina tecnica tramite la Prefettura), che ringrazio per averci supportato nella ristrutturazione dell’ente. 

GLI INVESTIMENTI
Nonostante prelievi forzosi e mancate restituzioni, la Provincia è riuscita a realizzare INVESTIMENTI  (spese in conto capitale) per STRADE, EDILIZIA SCOLASTICA e AMBIENTE (Riserva del Furlo di cui la Provincia ha la gestione). Nel 2015 sono stati investiti per queste tre funzioni rimaste in capo all’ente 6.534.615 di euro (3.122.122 per strade, 58.357 per Riserva del Furlo e 3.354.135 per edilizia scolastica), nel 2016 sono stati investiti 8.170.828 di euro. A questi si aggiungono ulteriori investimenti per strade e scuole si stanno realizzando nel 2017.

I DIPENDENTI
Da 550 dipendenti presenti nel 2014, attualmente la Provincia ha 270 dipendenti impegnati nelle funzioni considerate dalla legge “Del Rio” come “fondamentali” per l’ente:  gestione e manutenzione di 1250 km di STRADE; gestione e manutenzione SCUOLE (34 plessi scolastici superiori); AMBIENTE; PIANIFICAZIONE TERRITORIALE; ASSISTENZA AGLI ENTI LOCALI; STATISTICA; PARI OPPORTUNITÀ. La struttura è stata suddivisa in 4 macro aree e prevede, tra i 270 dipendenti, 4 dirigenti tra cui il direttore generale e 26 posizioni organizzative (rispetto alle 30 del 2014), oltre alla figura della segretaria generale che non rientra nella pianta organica.

Per 97 dipendenti del Mercato del Lavoro (di cui 40 a tempo determinato) e 14 agenti di vigilanza ittico – venatoria la Provincia sta anticipando il pagamento degli stipendi e dei relativi servizi per conto della Regione Marche e, nel primo caso, anche del Ministero del Lavoro visto che la spesa per il personale del Mercato del Lavoro deve essere sostenuta per un terzo dalla Regione  e per due terzi dallo Stato.

In una situazione complessa che si prolunga da 2 anni e mezzo, siamo riusciti a gestire servizi e funzioni grazie alla grande disponibilità e al lavoro dei dipendenti, dei dirigenti ed in particolare del direttore generale Marco Domenicucci che ha accompagnato questo processo di riorganizzazione dell’ente accorpando su di sé, dopo il pensionamento di vari dirigenti, anche le loro funzioni e garantendo continuità nel funzionamento della struttura, senza alcun onere aggiuntivo. E’ grazie al loro senso di responsabilità e alla loro professionalità che la Provincia è ancora in grado di garantire tutti i servizi.

I SINDACATI
Vorrei ricordare ai sindacati che alcune Province non pagano gli stipendi da 15 mesi, altre li hanno dimezzati, mentre da noi non c’è stato alcun problema. Le azioni messe in campo dal sottoscritto, dal Consiglio provinciale e dal’Assemblea dei sindaci hanno sempre tutelato la figura dei lavoratori ed i servizi da loro offerti. Ritengo incomprensibile e inaccettabile l’atteggiamento deleterio per l’ente e per i suoi dipendenti da parte di chi dovrebbe invece tutelarli piuttosto che creare allarme. Se vogliono dialogare con noi come abbiamo fatto in passato devono cambiare obiettivo e soggetto destinatario delle loro rivendicazioni.

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