Urbino Città Ideale, incontro del 23 giugno 2017

Luca Ceriscioli sigilla con la sua firma il logo di “Città Ideale”

URBINO  –  Luogo ricco di memoria e di simboli, la Miniera di Urbino, che nella splendida struttura della famiglia Piersantini ha visto presentarsi mercoledì scorso il movimento “Urbino Città ideale”. Tanti i presenti, tra i quali il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli e il suo vice Renato Minardi. Per il movimento sono intervenuti l’ideatore del logo Oliviero Gessaroli, Vincenzo Pompilio, Francesca Conte, Debora Caporale, Gianfranco Fedrigucci e Lino Mechelli. Oltre a loro, il padrone di casa Michele Piersantini e l’editore Ernesto Paleani per la Stamperia S. Chiara. Nel filo rosso che li univa, l’assenza di ogni polemica conflittuale e l’invito alla concretezza di un’amministrazione che sia concreta, progettuale a medio e lungo termine, a cominciare dalle prossima scadenza del centenario di Raffaello, verso la quale dovrebbe già orientarsi la città di Urbino. A completare la filiera del Partito Democratico, al quale UCI intende affiancarsi in vista della tornata elettorale del 2019 (anche nell’obiettivo di comunicare con l’intera filiera istituzionale dal territorio all’Europa), il segretario comunale Federico Scaramucci e quello provinciale Giovanni Gostoli.

Dagli interventi è emersa in particolare la necessità di sviluppare politiche per i giovani allo scopo di evitarne l’emigrazione e la disillusione, intercettando con loro i tanti che si sono allontanati dalla politica e dalla partecipazione al voto oltre a quella di rilanciare una politica turistica strutturale legata all’accoglienza e all’organizzazione, non solo a eventi occasionali. Ma tanti sono i temi emersi come indifferibili per una città scesa ormai sotto i 15mila abitanti con il rischio di affiancare alla cronico isolamento infrastrutturale la perdita di servizi essenziali per la sicurezza e per la qualità della vita. A farne sintesi, nel suo intervento finale Ceriscioli ha sottolineato tra le criticità principali, specie in tempo di crisi, l’immobilismo di molti comuni che per ignavia amministrativa e incapacità progettuale non sono in grado di intercettare i finanziamenti nazionali ed europei: «Su 16 milioni di euro per le fasce più deboli, la Regione ne ha dovuti restituire 14 al mittente». Ha concluso amaramente.   

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