CINGHIALI CONTAGIOSI
Rischio peste suina per gli allevamenti di maiali, possibile pericolo per il Prosciutto di Carpegna
Coldiretti PU: "Serve piano straordinario abbattimenti"

〉 Pesaro e Urbino 10 gen 2022 / 10:42

Peste suina africana, dopo il primo caso in Italia tremano gli allevamenti suini e Coldiretti Pesaro Urbino torna a chiedere interventi drastici alla Regione. Un rischio concreto che aggrava un’emergenza già in atto con danni ingenti all’agricoltura e il rischio di incidenti stradali all’ordine del giorno.

I cinghiali, infatti, sono il veicolo migliore di propagazione del virus ed è forte il rischio che si generino focolai all’interno degli allevamenti suini. Con i conseguenti rischi anche per la salute umana, oltre che per l’economia dei territori. Nelle Marche tutte le morti sospette sono trattate dal Servizio Veterinario e Sicurezza Alimentare della Regione Marche che segue le misure di protezione comunitarie. Ieri è stato accertato in Piemonte il primo caso in Italia mentre a livello europeo si erano già riscontrati focolai in Germania, in Polonia, in Slovacchia e nei Balcani. Il pericolo, denunciato a più riprese da Coldiretti anche a livello nazionale, è che la situazione – già fuori controllo – si aggravi ancor di più. Nei giorni scorsi la Lombardia, attraverso l’assessore regionale all’Agricoltura, ha chiesto un intervento drastico, ovvero quel “piano straordinario di abbattimenti” che nelle Marche la Coldiretti regionale aveva invocato lo scorso luglio durante il flash mob sotto Palazzo Raffaello.

Da Coldiretti Pesaro-Urbino arriva il commento del presidente Tommaso Di Sante e del direttore Claudio Calevi. “Finora – dicono – negli ambienti legati alla caccia si è cercato di sorvolare o di fare orecchie da mercante in merito al numero di cinghiali effettivamente presenti nei territori marchigiani. I numeri sono almeno venti volte superiori a quanto dichiarato nei vari censimenti, completamente e macroscopicamente errati. Ne frattempo bene ha fatto la Regione ad attuare una serie di misure ed interventi che hanno contribuito a raddoppiare gli abbattimenti rispetto allo scorso anno, firmando anche un protocollo d’intesa con gli ATC e le varie organizzazioni di categoria. Nonostante l’impegno degli ATC Ps 1 e 2 della provincia di Pesaro, nello svolgere attività di controllo, anche con buoni risultati, il problema della sovrappopolazione sembra non risolversi. Non c’è più tempo: urge un abbattimento straordinario e vigoroso di cinghiali coordinato dalla Regione. Un abbattimento straordinario senza precedenti perché la situazione è di una drammaticità mai registrata e si rischia grosso”.

Già in forte sovrannumero, gli ungulati hanno approfittato anche dell’insensato “stop” imposto ai selecontrolli nel corso del lockdown dello scorso anno e dell’istituzione delle zone rosse, per proliferare ulteriormente indisturbati. Ora, ai danni all’agricoltura e al rischio di sinistri stradali cui è sottoposta la popolazione, si aggiunge il rischio di contagio per gli oltre 11mila maiali che vivono nei 1.450 allevamenti della provincia con risvolti che potrebbero danneggiare produzioni di qualità come quella del Prosciutto di Carpegna, ad esempio, e, non sappiamo ancora, avere possibili ripercussioni per la salute umana.

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